INCONTRO PEDAGOGICO DEL 20/02/2019 “Buone esperienze educative per una scuola inclusiva” con Simonetta Michelotti e M.Grazia Lombardi

INCONTRO PEDAGOGICO DEL 20/02/2019

Buone esperienze educative per una scuola inclusiva

Quali caratteristiche dovrebbe avere una scuola inclusiva?

La dott.ssa Simonetta Michelotti, docente di sostegno c/o l’I.C. “Tifoni” di Pontremoli, ha introdotto l’argomento proiettando un commovente cortometraggio (“Cuerdas”) in cui una bambina di scuola elementare stabilisce un rapporto empatico con un alunno affetto da tetraplegia spastica contribuendo a renderlo felice malgrado il suo handicap. Per essere conseguita, l’inclusione necessita di un intervento mirato sugli alunni per sollecitare la loro personale “zona di sviluppo prossimale” anche con metodologie specifiche come quella dello scaffolding. Se l’allievo con difficoltà di apprendimento è poco motivato a scuola, l’insegnante dovrebbe essere in grado di coinvolgerlo nello studio trovando appigli motivazionali. Questa procedura, conosciuta in psicologia come “trappola cognitiva”, consente di coinvolgere anche i soggetti più riottosi all’apprendimento partendo proprio dai suoi personali interessi. L’inclusione è perseguibile inoltre se i vari gradi scolastici favoriscono la continuità sul piano formativo. A tal fine il decreto legislativo n. 65 del 2017 si prefigge proprio di creare un percorso armonico tra il nido e la scuola dell’infanzia (0-6 anni). In entrambi i gradi, il docente dovrebbe privilegiare l’osservazione avvalendosi di una griglia per annotare i diversi aspetti come la percezione visiva e auditiva, lo schema corporeo, la coordinazione dinamico-funzionale, l’ascolto e la comprensione, l’organizzazione spazio-temporale, l’attività grafica ed espressiva. Queste abilità devono essere tenute in grande considerazione come sottolineato anche dalla Legge 170/15 per cercare di colmare eventuali lacune che, se trascurate, potrebbero generare difficoltà di apprendimento. Nella nostra provincia esiste un protocollo che valuta sette aree:

  • linguistica,
  • mnemonico-fonologica,
  • alfabetizzazione emergente,
  • intelligenza numerica,
  • abilità prassica,
  • capacità di attenzione,

Michelotti si è soffermata sulla validità formativa del gioco funzionale e simbolico per favorire lo sviluppo della rappresentazione mentale nel bambino.

La relatrice M.Grazia Lombardi, esperta sulle problematiche dei D.S.A. nonché docente di scuola primaria c/o la Direzione Didattica di Aulla, ha evidenziato come nei soggetti con B.E.S. sia necessario privilegiare diversi canali percettivi: prassico, visivo e verbale. L’inclusione è tale se l’insegnante riesce a valorizzare l’unicità di ciascun studente stimolando le sue potenzialità cognitive ma anche relazionali ed emotive. Di fronte ad un bambino con BES, bisogna individualizzare l’intervento didattico senza rinunciare però a un intervento riabilitativo delle funzioni primarie del pensiero. L’esperta ha poi citato una serie di autori importanti commentando brevemente le loro opere più significative che ogni docente dovrebbe aver letto. L’appassionata relazione della Lombardi si è conclusa con un commosso ricordo dell’Ispettore Rolando Carotenuto che di fronte ad insegnanti delusi e scoraggiati era solito dispensare questo consiglio: “Quando non sapete più dove sbattere la testa: non affannatevi, fermatevi e riflettete!”

Pietro Sacchelli

Chi desidera ricevere i materiali può richiederli tramite mail:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.