“Innovazione didattica: Coding e robotica educativa”

La Dott.ssa Chiara Barotti ha trattato l’argomento “Un robot in classe” che trae spunto da un’esperienza di robotica educativa da lei svolta alcuni anni fa nella scuola primaria di Villette B sotto la guida didattica dell’ins.te Lucia Ceccarelli. La robotica educativa ha varie caratteristiche e può essere applicata in diversi ambiti: di servizio, medico-chirurgico, perlustrazione marina, settore militare e intrattenimento. La robotica educativa stimola la motivazione ad apprendere, l’attenzione sostenuta sollecitando l’alunno a trovare soluzioni creative attraverso l’impiego del pensiero divergente. Tra i primi studiosi a interessarsi di informatica applicata all’educazione è stato uno psicologo sudamericano di nome Seymour Papert, fondatore della scuola psicologica del costruzionismo. Una delle sue prime applicazioni negli anni ’80 è stato il noto “logo” ossia un linguaggio informatico studiato per far muovere “turtle”, una tartaruga sul deskop dei primi computer.

Di seguito hanno preso la parola i due esperti informatici Dott.sa Sarah Pugi e Dott. Claudio Conforti che hanno presentato l’argomento del “Coding” e del pensiero computazionale. I relatori hanno evidenziato, con estrema chiarezza espositiva, i rischi legati all’uso indiscriminato del mezzo informatico, di Internet e dei social network. Il Coding è un sistema computazionale che favorisce il pensiero critico e la collaborazione tra gli allievi per progettare attività operative. Questo approccio presenta il vantaggio di correggere l’errore rendendo la scelta più consapevole essendo finalizzata alla realizzazione di un obiettivo. Scratch è un ambiente di programmazione applicato ai mattoncini LEGO per far muovere dei robot. Esso può essere usato direttamente in Internet o scaricato sul computer personale tramite applicazione. Le realizzazioni dei prodotti possono essere pubblicati con modalità “open source” ossia a disposizione di chiunque. Inoltre le applicazioni di Scratch sono molto flessibili e utilizzabili in tutti gli ambiti disciplinari anche se le più avvincenti sono quelle utilizzate nella costruzione e nel comando dei robot. L’impiego didattico di questo linguaggio può contribuire concretamente allo svecchiamento della scuola tradizionale e a rendere l’apprendimento più accattivante da parte delle giovani generazioni o bit generation.

Pietro Sacchelli

 

 

 

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