La comunicazione Aumentativa Alternativa (C.A.A.) Uno strumento per tutti di Cristina Bellè

Nel terzo incontro la dott.ssa Bellé Cristina, pedagogista ed esperta di disabilità e D.S.A., ha spiegato cos’è la Comunicazione Aumentativa/Alternativa più nota con l’acronimo di CAA. Essa consiste in una comunicazione analogica che sostituisce e/o integra il linguaggio verbale con vari sistemi simbolici più o meno astratti: BLISS, PCS, WLS, ARAASAC. Naturalmente questo strumento può essere utilizzato anche in presenza di una locuzione molto contratta e pertanto la CAA è una pratica clinica che compensa una disabilità (temporanea o permanente) della comunicazione verbale. È importante sottolineare che gli interventi di CAA non sempre raggiungono gli obiettivi prefissati nel breve-medio periodo specialmente se si tratta di soggetti affetti da problematiche congenite. Il potenziamento o lo sviluppo delle competenze comunicative costituiscono però obiettivi irrinunciabili per una scuola inclusiva. Naturalmente il percorso con la CAA deve partire dai bisogni della persona e gli strumenti devono essere adattati alle sue esigenze cognitive, emotive e sociali. La CAA è stata inizialmente utilizzata per incrementare le abilità comunicative di bambini con paralisi cerebrale in cui la discrepanza tra linguaggio espressivo (pressocché assente) e il linguaggio ricettivo (comprensione) era marcato. Esperienze successive hanno evidenziato che gli interventi con la CAA davano risultati molto positivi anche con le persone affette da insufficienza mentale. In molti casi di autismo la CAA migliora notevolmente l’autonomia sociale del soggetto e le abilità di autoregolazione. Essa appare utile anche nell’apprendimento di sequenze temporali per scandire gli eventi della giornata e le esperienze vissute in prima persona. Tuttavia la finalità generale di un intervento di CAA non è solo quella di trasmettere dei contenuti ma soprattutto di promuovere la comunicazione per far sentire il soggetto parte integrante del gruppo famiglia e classe.  

La relatrice ha presentato una serie di attività molto interessanti che, se utilizzate in modo corretto e costante, possono produrre risultati molti positivi in termini cognitivi e comunicativi ma anche motivazionali e relazionali.

L’incontro, particolarmente apprezzato dai presenti per gli innumerevoli spunti di riflessione didattica e metodologica offerti, è stato salutato con un caloroso applauso finale.

Pietro Sacchelli

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