“COME AIUTARE BAMBINI IN DIFFICOLTÀ DEL NEUROSVILUPPO” con Michele Zappella

Mercoledì 8 novembre presso l’Aula Magna dell’Istituto Comprensivo “Staffetti Massa 2” si è svolto il secondo incontro del Seminario Pedagogico organizzato dalle Associazioni professionali AIMC e UCIIM di Massa-Carrara.

Il Prof. Michele Zappella, noto neuropsichiatra infantile e ricercatore scientifico, ha introdotto il tema dei disturbi del neurosviluppo con una frase evangelica: “Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me”. Per il relatore questa espressione di Gesù rappresenta la “legge” umana e cristiana per eccellenza che mette in relazione i soggetti tra loro. La disponibilità verso l’altro è quindi l’atteggiamento fondamentale del clinico e dell’educatore per creare un clima empatico e accogliente. Fin dall’inizio il rapporto deve essere aperto verso l’altro che viene accolto con affabilità da parte dell’adulto: “Ma che bella maglietta colorata, ti sta proprio bene” “Che bel nome hai”. Questo positivo avvio comunicativo getta un ponte per una relazione proficua e di scambio vicendevole. In questo modo il bambino sente di essere accettato e si affida volentieri all’altro perché avverte che può fidarsi di lui. Se invece l’accoglienza avviene in un ambiente troppo strutturato e clinico c’è il forte rischio che si chiuda in sé stesso per autodifesa.

Nel suo studio di Siena il Prof. Zappella riceve da moltissimi anni i piccoli pazienti che sono oggetto del suo ultimo libro “Bambini con l’etichetta” (Ed. Feltrinelli, 2021). Egli ha predisposto due ambienti uno accanto all’altro lasciando libero il bambino di scegliere dove entrare. Il primo è un classico studio psichiatrico con cattedra e lettino e l’altro è costituito da una stanza stracolma di giocattoli adatti per tutte le età. Il piccolo sceglie sempre la seconda opportunità ed è lì che inizia l’osservazione clinica naturale del suo comportamento. In questo contesto particolarmente stimolante sul piano ludico e motivazionale si può osservare il modo in cui il bambino interagisce con i giocattoli oppure se assume comportamenti stereotipati o indifferenti. L’osservazione non deve quindi svolgersi con il camice bianco dello psichiatra, test e medie statistiche che producono ansia e alterazione dei comportamenti infantili, ma realizzarsi in un ambiente favorevole in cui è possibile osservare le reazioni naturali del bambino di fronte agli stimoli del contesto in cui si trova. Il paziente fornisce immediatamente moltissime informazioni a chi lo sta osservando in presenza dei propri genitori che hanno una funzione rassicurante.

Una distinzione importante è non confondere un soggetto autistico con uno affetto da ritardo del linguaggio. Molte diagnosi infatti sono sbagliate perché giungono a conclusioni precipitose e avventate. In ogni caso il bambino ha gli “anticorpi naturali” per recuperare gli svantaggi eventualmente accumulati. L’importante è creare un ambiente “domestico” tranquillizzante in cui il piccolo non percepisce di essere un osservato speciale.

Il relatore ha fornito validi consigli educativi da adottare in sezione/classe sia per alunni autistici che con ritardo del linguaggio.

Hanno fatto seguito le domande degli insegnanti presenti e anche collegati on line che hanno apprezzato moltissimo la chiarezza espositiva, le doti comunicative e il taglio più pedagogico che clinico del Prof. Zappella a cui è stato tributato, al termine dell’incontro, un caloroso applauso di gradimento.

Pietro Sacchelli

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