Nell’incontro di formazione promosso dall’A.I.M.C. di Massa in data 5/02/18 c/o il Refettorio Vescovile del Seminario, la Dott.ssa Arianna Petriccioli, in modo brillante e scorrevole, ha illustrato ai docenti intervenuti cosa sono le Life Skills Education.
Con questo termine si indica l’insieme delle competenze sociali, relazionali e psico-affettive oggi molto richieste dagli ambienti di assistenza e cura, dai contesti educativi e in genere da quelli di caring service. Tra queste competenze si possono collocare i comportamenti che costituiscono la “Warm Cognition” ossia le emozioni sottostanti i processi di apprendimento.
Gli studi più recenti delle neuroscienze hanno evidenziato che le emozioni lasciano sugli alunni tracce cerebrali indelebili. Mentre i contenuti disciplinari vengono conservati nella memoria a lungo termine e in quella procedurale, le emozioni costituiscono il “framing” della memoria episodica o autobiografica che, in caso di esperienze negative, finisce per incidere sfavorevolmente sull’autostima e sul senso di efficacia della persona. Ciò può favorire l’insorgenza dell’impotenza appresa o stile attribuzionale negativo che accompagna il percorso di vita del soggetto con conseguenze poco positive sulle sue prestazioni scolastiche e il suo benessere interiore.
Cosa fare allora per evitare questo rischio latente?
Sarebbe opportuno che l’insegnante si svincolasse dalla categoria del giudizio riprovevole (in educazione epoké) che trasmette ansia e paura del voto, dell’errore, dell’interrogazione nonché senso di colpa e di incapacità per non essere stato all’altezza del compito richiesto.
Le neuroscienze invitano i docenti a puntare piuttosto sulle emozioni positive come la motivazione, la gratificazione e il senso di autoefficacia. Questi fattori infatti favoriscono i processi di apprendimento divenendo dei veri e propri “marcatori” cognitivi.
Le Life Skills Education (competenze vitali) sono ritenute abilità preziose per interagire con gli altri. Esse possono affinarsi e migliorare nel corso della vita se adeguatamente stimolate. La loro carenza o mancanza può causare comportamenti negativi e a rischio sociale. Già l’O.M.S. (1992) le considera un punto essenziale da cui partire per impostare l’apprendimento per esperienza, il role playing, il brainstorming, i lavori di gruppo, i dibattiti per facilitare la partecipazione e lo sviluppo della responsabilità.
Tra le Life Skills rientrano:
- la DECISION MAKING (prevedere decisioni);
- il PROBLEM SOLVING (risolvere problemi);
- il PENSIERO CREATIVO;
- il PENSIERO CRITICO;
- la COMUNICAZIONE EFFICACE;
- la CAPACITÀ DI RELAZIONI INTERPERSONALI;
- l’AUTOCONSAPEVOLEZZA;
- l’EMPATIA;
- la GESTIONE DELLE EMOZIONI;
- la GESTIONE DELLO STRESS;
- il RISPETTO DELLE REGOLE;
Le Life Skills possono essere ricondotte alla Teoria dell’Apprendimento Sociale di Bandura (1977) che propone la strutturazione attiva dell’esperienza.
Una metodologia molto efficace e consigliata è rappresentata dal Cooperative Learning che favorisce la crescita e la formazione socio-affettivo-comunicativa degli studenti poiché stimola l’accoglienza, la disponibilità e la valorizzazione dell’altro. Essa sostiene l’impegno e la motivazione intrinseca, le relazioni interpersonali positive e il benessere psicologico, crea un clima accogliente e incoraggia la condivisione creando una positiva interdipendenza.
Un caloroso applauso finale ha accompagnato i saluti della relatrice che interverrà nuovamente in data 19/02/2018 per proporre ai docenti attività laboratoriali e di gruppo.